Con la
positiva decisione di costituire la holding aeroportuale toscana,gli aeroporti
di Firenze e Pisa non solo rientreranno nella fascia "A" del piano
aeroportuale nazionale,ma potranno avviare politiche di integrazione che
aumenteranno le potenzialità dei due scali oggi entrambi sottoutilizzati
rispetto alle loro capacità'.
Sarebbe a
questo punto inutile, costoso e in contrasto con le logiche di integrazione,
che sottendono la nascita della holding degli scali di Firenze e
Pisa, avviare il potenziamento infrastrutturale a Peretola con il
riorientamento dell'attuale pista o realizzando la seconda
pista. Nell'Italia dei cento campanili sono aperti al traffico commerciale 38
aeroporti che assieme hanno una capacità di circa 450 milioni di passeggeri, ma
nel 2012 i passeggeri sono stati "solo" un terzo delle potenzialita'
nazionali, 146 milioni. Nuovi interventi "lato pista" in questa fase
di crisi del settore sarebbero un' azzardo finanziario-commerciale
e anche urbanistico e ambientale. Nel periodo che va dal 2000 (1,5
milioni di passeggeri) al 2012 (1,8 milioni) la crescita dello scalo di
Peretola e' stata modesta , 20% in 12anni. La scommessa di un nuovo sviluppo
sostenibile di Firenze e Pisa assieme non sta tanto nella realizzazione di
nuove infrastrutture quanto nella capacità di gestire con efficienza quelle
esistenti.
Dario Balotta presidente ONLIT
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