Le prime settimane della ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, sono tutt’altro che green. Anzi, il suo operato ricorda piuttosto a quello di una portavoce degli autotrasportatori. Qualche giorno fa, a Bruxelles, incontrando la commissaria ai Trasporti Adina-Ioana Vălean, De Micheli ha chiesto, in nome della concorrenza, di scongiurare l’iniziativa austriaca di limitare il transito del traffico pesante sul proprio territorio a decorrere dal 1° gennaio 2020. Un provvedimento che ha come obiettivo la riduzione del l’inquinamento atmosferico sulle strade di un paese membro della UE, e che dovrebbe essere anche quello del Governo italiano, visto che il confine corre sul medesimo aro alpino. Anzi, in base al principio di reciprocità, tale corridoio green andrebbe esteso in territorio italiano almeno fino a Verona. In una fase di emergenza climatica come l’attuale, Il diritto alla libera circolazione delle merci e la tutela delle imprese di autotrasporto dovrebbe venire dopo la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Ma non è finita qui: la ministra De Micheli ha infatti proposto un emendamento alla legge di bilancio che rinvia da marzo a ottobre del prossimo anno l'entrata in vigore del provvedimento di eliminazione dello sconto sulle accise del gasolio per gli autotrasportatori. Non bastano le proroghe del Ferrobonus e del Marebonus per dar vita ad una efficace politica di riequilibrio del trasporto merci dal Tir alla ferrovia.
Con alle sue prime iniziative, dunque, De Micheli prosegue sulla scia dei precedenti titolari del suo dicastero, nell’illusione che bastino sostanziosi investimenti pubblici per sottrarre le ferrovie italiane dalla loro posizione di fanalino di coda a livello europeo per quanto riguarda i trasporto merci. Una situazione che si deve agli alti costi di gestione e alla bassa produttività del gruppo FS, i cui elevati tempi di consegna rendono antieconomico per le imprese il trasporto delle merci via ferro.