giovedì 21 marzo 2019

ALTA VELOCITÀ: ONLIT, CONCORRENZA SOLO A METÀ, TRENITALIA PROTETTA E SUSSIDIATA DALLO STATO

Nonostante la rete ad alta velocità non sia satura, Rete ferroviaria italiana (Rfi) ha negato a Ntv, l’azienda proprietaria dei treni Italo, la possibilità di far circolare dieci nuovi convogli acquistati recentemente. Una decisione che ripropone ancora una volta il tema dell’accesso all’infrastruttura, visto che il gestore della rete – Rfi, appunto – e uno dei fornitori del servizio (Trenitalia) appartengono allo stesso gruppo.
Le procedure per richiedere nuove tracce orarie (slot) sono lunghe e farraginose, e mettono la società privata – acquistata lo scorso anno da un fondo statunitense –  nell'impossibilità di richiedere gli spazi necessari per operare su nuove tratte e potenziare quelle esistenti seguendo l’evoluzione della domanda. 
La situazione è ora sotto la lente dell'Autorità di regolazione dei trasporti (ART), a cui Ntv ha inviato una segnalazione. Già lo scorso anno Rfi si era vista recapitare una multa di 620 mila euro per non aver informato le compagnie concorrenti di Trenitalia dell’aggiornamento della normativa che consente l’accesso alla rete, e quindi di non aver garantito loro condizioni eque e non discriminatorie.
Il ripetersi di episodi di questo tenore dimostra le necessità di una separazione netta del gestore della rete da Trenitalia, mantenendo entrambe le aziende in mano pubblica, ma fuori dallo stesso gruppo societario. 
La concorrenza sulle tratte dell’alta velocità in questi anni ha dato risultati positivi sia per i viaggiatori, che beneficiano di tariffe più contenute rispetto al precedente regime di monopolio da parte di Trenitalia, che per l’ambiente, riducendo smog e congestione del traffico. L’Italia, però, rimane l’ultimo Paese europeo a non aver aperto alla concorrenza anche il settore del trasporto ferroviario locale, e in molti casi l’alta velocità è diventata per molti pendolari una – costosa – alternativa ai pessimi trasporti regionali. 
Trenitalia, inoltre, è riuscita in più occasioni a ottenere sussidi per i servizi delle Frecce, che invece dovrebbero essere a mercato. È il caso, ad esempio, di alcuni convogli finanziati dalla regione Friuli Venezia Giulia sulla tratta Trieste-Venezia-Milano (per un totale di 3,1 milioni euro nel 2015), o del contributo di un milione di euro erogato nel 2018 dall’amministrazione regionale lombarda per ridurre il costo degli abbonamenti dei pendolari sulla tratta Desenzano-Brescia-Milano: sussidi andati in tutti e due i casi soltanto agli utenti di Trenitalia, escludendo la compagnia concorrente.