L’Italia paralizzata e colpita da alluvioni e neve, da blocchi dei tir e dei tassisti, e nel pieno di una delicata fase di rianimazione istituzionale ed economica fronteggia domani anche uno sciopero di tutte le categorie dei trasporti. Quali sono le motivazioni che hanno spinto i sindacati a paralizzare di nuovo l'Italia?
Una prima lettura di questa piattaforma la colloca a metà tra una somma di interessi categoriali corporativi e un pluralismo organizzato degli interessi. Insomma vien fuori non solo lo specchio della crisi in cui è immerso il nostro Paese ma anche quella delle associazioni sindacali che non hanno ancora imboccato la strada del rinnovo e del rilancio delle politiche confederali. Per i sindacati starebbe per nascere un’autority dei trasporti con troppi poteri anche quelli di programmazione. Ma le leggi nei vari settori per regolare il mercato (energia, trasporti, , utility ecc.) non le fa il Parlamento? Ogni settore chiede di essere escluso dai tagli anzi chiede più risorse per la ricerca, la scuola, la sanità, l’ambiente, la tutela idrogeologica, gli enti locali, l’assistenza sciale, le infrastrutture. Chiedere nessun taglio e più risorse al settore di appartenenza come il trasporto pubblico è legittimo anche per la necessità di togliere dalla congestione e dalla cappa di smog centinaia di città italiane. In questa fase di crisi il tema dei o che
c’è un contratto, quello della mobilità (ferrovieri e autoferrotranvieri),
scaduto da tre anni. Fatto sta che
l’accorpamento di questi due contratti, voluto anche dal monopolista
ferroviario, rischia di diventare un peso per i cambiamenti organizzativi e
retributivi del settore ferroviario. La cosa singolare è che, di fatto, per
questo contratto scioperano tutti i lavoratori dei trasporti anche quelli meno
tutelati (ausiliari del traffico, addetti alle cooperative di trasporto, all’autonoleggio,
ai servizi di pulizia ecc.). Se fossero ancora al lavoro avrebbero
scioperato anche gli addetti alla wagon lits per i quali oggi non sciopera
nessuno! Anche lo scorporo di RFI dalla Holding del gruppo FS è uno dei
motivi di sciopero. Perché le reti elettrica, telefonica e del gas stanno
intraprendendo un processo di separazione societaria tra infrastruttura e
gestione (secondo le direttive europee) e la rete ferroviaria dovrebbe esserne
esclusa? Come si salva il declino ferroviario se non con profonde innovazioni
gestionali ed organizzative? Il vecchio assetto non è più rispondente agli anni
2000. Del resto, non è in pieno monopolio che si è consumato il declino
sociale ed economico delle ferrovie? Vi è un forte obiettivo sociale e
sindacale e condivisibile nella piattaforma ed è quello di un fondo sociale che serva per affrontare i futuri processi di
ristrutturazione delle aziende sia per quanto riguarda gli aspetti normativi
che per quanto riguarda quelli
economici. Prima si cambiare l’assetto organizzativo dei trasporti va
definito il nuovo ammortizzatore del settore. Pierre Carniti ha scritto che
“questa è la fase in cui vanno tenuti sotto controllo gli spiriti animali del
nuovo ciclo storico per evitare l’eutanasia del sistema capitalistico”. Dal
sindacato confederale, che non si deve far tirar troppo per la giacchetta da
quello autonomo, ci aspettiamo che resti fuori dagli “spiriti animali” del si
salvi chi può ma che usi tutta la sua forza
progressista per un politica di
nuova confederalità più attenta alle differenze (troppe) del mondo del lavoro e
che punti allo sviluppo di trasporti più sostenibili.
Dario Balotta presidente ONLIT Milano 1 marzo 2012
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