Il governo forte del decreto “cresci
Italia” sta per fare un grosso regalo allo sviluppo dei ricavi aeroportuali di
Milano e quindi al Comune e a f2i, suoi azionisti. Un provvedimento
anticoncorrenziale che, sulla base di futuri e generici miglioramenti
infrastrutturali contenuti nel contratto di programma, autorizza forti aumenti tariffari ai gestori
monopolisti dei tre maggiori aeroporti italiani Milano, Venezia e Roma. Questi
incrementi rischiano di vanificare gli effetti della delibera dell’Antitrust di
parziale liberalizzazione sulla tratte Linate-Fiumicino. Se l’Antitrust fa un
passo avanti, Governo ed Enac ne fanno uno indietro. I diritti aeroportuali
aumenteranno ben oltre il tasso di inflazione (30-40%). Gli aumenti dovrebbero
finanziare lo sviluppo aeroportuale tra
cui la terza pista di Malpensa. Qualche giorno fa tuttavia la Sea ben
conscia dell’insostenibilità economica e ambientale di quell’opera, cardine del
contratto di programma, ne ha rinviato a futura memoria il progetto. Ma ad una
vittoria ambientalista c’è una sconfitta
del mercato. Se da una parte non verranno sacrificati centinaia di ettari di parco del
Ticino, dall’altra verrà chiesto alle compagnie ed in ultima analisi ai
passeggeri di sostenere un investimento che non verrà mai realizzato. Il
bilancio della Sea ne trarrà beneficio in un momento di profonda crisi senza
migliorare la qualità dei servizi.
Nessun commento:
Posta un commento