Nonostante la dichiarata volontà del Pd di liberalizzare l'Italia,
la presidente Deborah Serracchiani fa di tutto per evitare gare e concorrenza.
Lo dimostra il modello di assetto societario in “hause” per le Autovie Venete,
che la governatrice ha appena presentato (e che per ora non ottenuto il placet
dell’unione europea). La newco prospettata tra Regione Friuli Venezia Giulia, Regione
Veneto e Anas altro non è che una mossa mirante a ottenere il rinnovo della
concessione fino al 2038 per il gioiello di famiglia Autovie Venete,
controllata dalla Regione Friuli e Venezia Giulia che gestisce il ricco traffico
stradale del nord-est su 210 km di rete autostradale con oltre 600 addetti. Si
tratta di decidere in quale “scatola” raccogliere la compagine azionaria,
obbligatoriamente tutta pubblica secondo le disposizioni dello Sblocca Italia.
Un decreto che sarebbe meglio chiamare “Blocca Italia”, in quanto il
dispositivo legislativo contiene norme che tutelano le rendite di posizione -
sia pubbliche che private - e che non
favoriscono né lo sviluppo né la tutela dei consumatori, costretti a pagare pedaggi
salatissimi. Con lo Sblocca Italia il Governo ha mostrato ancora una volta di
non avere la forza e la capacità di respingere le richieste delle lobby
potentissime dei concessionari. Pure le regioni che si professano aperte alle
liberalizzazioni come il Friuli adottano prassi protezionistiche per mantenere
gestioni inefficienti e consociative. La nuova compagine azionaria della futura
Newco pubblica presenta come novità l’ingresso della sempre più obsoleta Anas,
la quale, anziché mettere in sicurezza ponti
e strade, si butta nella gestione delle autostrade. Ora si dovrà vedere se
quella dozzina di piccoli azionisti privati che devono cedere le loro quote
(circa il 25%,) staranno al gioco, oppure si metteranno di traverso, sapendo
che il valore delle azioni in loro possesso è destinato a cresce.
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