Nel consueto caos dei provvedimenti di fine anno sono arrivati
puntuali come un orologio svizzero gli aumenti ingiustificati dei pedaggi
autostradali. Aumenti spesso a due cifre come nel caso della Torino Aosta
+ 15% o della Venezia-Trieste +12,9% che scatteranno dal 1 gennaio 2014. Da
anni gli aumenti dei pedaggi finiscono con l’accumulare ingenti flussi di cassa
dei concessionari autostradali che sono investiti in attività finanziarie o
vengono utilizzati per nuove partecipazioni societarie. Insomma i soldi dei
maggiori ricavi non vanno a finire in nuovi servizi o nuove opere per gli
automobilisti come promesso per giustificare gli aumenti. La corporazione
dei gestori autostradali ha imposto ancora una volta al Governo la
logica della rendita di posizione monopolista in contrasto con gli
interessi generali del Paese. I concessionari autostradali hanno già
abbondantemente ammortizzato gli investimenti della rete più vecchia e
frammentata d’Europa, con 24 concessionari, che continuano a realizzare
consistenti extra-profitti senza aver alcun vincolo di tutela dell’ambiente e
di miglioramento del servizio. Ciò è possibile perché, unico Paese d’Europa,
l’Italia è priva di un Governo capace di dettare e non di farsi dettare, ai
concessionari autostradali gli interventi infrastrutturali necessari.
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