giovedì 18 agosto 2011

NO PONTE STRETTO E TAV VAL SUSA,SI' BRENNERO

ANSA
MILANO, 16 Agosto 2011
"Il ponte sullo Stretto, il traforo della Val Susa e il terzo valico Milano-Genova vanno cancellati in quanto non in grado di reggere ad una seria analisi della domanda e di comparazione tra costi e benefici, mentre la realizzazione del nuovo traforo del Brennero trova la sua ragione nel sostenuto traffico di merci in treno attuale e futuro" Lo sostiene l'Ossevatorio Nazionale sulle Liberalizzazioni nelle Infrastrutture e nei Trasporti (Onlit) in una nota a commento della manovra correttiva del governo.
Secondo Dario Balotta, presidente dell'Osservatorio, ''la manovra del Governo, per convincere i mercati e la Bce, non puo' far perno solo sulla spesa corrente, ma deve segnare una svolta nelle inefficienti politiche di investimento''. ''I soldi
pubblici - spiega - devono essere investiti dove c'e' un ritorno in termini di rendimento economico e sociale e in primo luogo va rivisto il programma delle grandi opere''.(ANSA).
"Va anche ripensato il modello nostrano di project financing - aggiunge il presidente Onlit - sotto la cui etichetta si mascherano nuovi interventi pubblici con finalita' assistenziali, che portano fuori controllo anche la spesa in conto capitale attraverso il Cipe e la Cassa depositi Prestiti''. A titolo di esempio Balotta cita ''i lavori della privatissima BreBeMi (l'autostrada Brescia, Bergamo, Milano, ndr)'', i quali ''sono partiti grazie ad un prestito fuori mercato di 750 milioni della Cdp, agli anticipi di 175 milioni delle Fs e con un capitale di rischio irrisorio del 20%''. Infine il presidente dell'Osservatorio chiede che ''si faccia una seria authority dei trasporti in grado di regolare i monopoli pubblici e privati, che hanno enormi profitti ma canoni concessori pagati allo Stato irrisori''.
''Le garanzie finanziarie pubbliche - conclude - portano a costi di costruzione di ferrovie e autostrade tripli ed a tempi di realizzazione quadrupli rispetto a quelli europei. E' bene che il Governo e il Parlamento si sveglino, prima che lo chieda l'Unione Europea''. (ANSA).

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