martedì 24 gennaio 2012

Il sistema viaggia in strada, così bastano due giorni di agitazione e l'Italia va in tilt


(AGENORD) _ Milano, 24 gen _ Il trasporto merci su gomma è il più praticato in Italia. "Negli ultimi 20 anni si è verificato il crollo verticale del trasporto merci su ferrovia". Lo afferma Dario Balotta, presidente Onlit (Osservatorio nazionale delle liberalizzazioni nei trasporti), che prosegue: "Da noi, il
trasporto su rotaia è solo il 7%, contro il 15% della Francia, il 17 della Germania, il 25 della Svizzera e il 45 dell'Austria e là i volumi sono più del doppio. Negli anni hanno chiuso centinaia di scali merci e siamo diventati un Paese monomodale. Il sistema viaggia in strada e autostrada, così bastano due giorni di agitazione e l'Italia va in tilt". Balotta continua affermando che i trasportatori italiani, alla luce di questa situazione, hanno un mercato superiore a quello dei colleghi francesi e tedeschi, quindi "Non dovrebbero lamentarsi". Ma la carenza non è tutta ferroviaria: "Certo che no. C'è un altro grande mercato fornito dal sistema portuale che non funziona. I nostri porti, rispetto a quelli del Nord Europa, lavorano al 20% e loro all'80. Gli autotrasportatori assolvono all'incapacità di gestione delle ferrovie e delle vie del mare". Il presidente Onlit ricorda poi che chi lavora col tir, a fine anno, riceve i rimborsi di autostrada e quote dell'accise. "Spesso e volentieri poi, le norme non sono rispettate soprattutto dai padroncini. Un esempio sono i sovraccarichi, l'alta velocità, il risparmio sulla sicurezza, mentre le ferrovie hanno bisogno di scali, uomini, rete, controlli. E' una situazione da raddrizzare o siamo a rischio Cile". Hanno tutte le colpe?: "No, però se non sono pagati perché il sistema industriale salda dopo 90 giorni e se vanno ai cancelli delle fabbriche e aspettano ore, non è colpa di Monti, ma della logistica, un problema tutto italiano". Cosa fare?: "C'è molto da fare. Manca un'impresa strutturata. Il 50% dei camion, ad esempio, gira vuoto. In Europa la percentuale di chi viaggia scarico è del 5-10%. Il nostro è un sistema fallimentare. I tir che partono carichi da Rotterdam e vanno a Taranto, hanno già un pieno prenotato per il ritorno. Magari vanno a Brindisi, ma caricano. La logistica è migliore. La protesta che hanno messo in piedi i nostri, in un momento come questo, provoca ripercussioni sul sistema. No, non hanno ragione".

LIBERALIZZAZIONI: PARADOSSALE IL RINVIO AUTOSTRADALE E DELLO SCORPORO DI RFI DAL GRUPPO FS

Il Governo Monti è forte con i deboli e debole con i forti. Mentre sulle pensioni  non c’è stato alcun rinvio con le Società Autostrade ed il gruppo FS i rinvii ci sono stati.
Nel capitolo trasporti sarebbe stata opportuna una maggiore incisività per ridurre le rendite di posizione nel settore autostradale da cui derivano extraprofitti enormi alle 23 concessionarie. Nel settore le concessioni sono appena state tutte rinnovate, escluse alcune in scadenza, viene cosi rinviata la riduzione dei pedaggi attraverso l’adozione di un nuovo meccanismo tariffario (price-cap),  l’adeguamento dei ridicoli canoni concessori pagati allo Stato (2% dei ricavi annui) e la possibilità di recuperare
le gravi inefficienze degli standars manutentivi (sicurezza,congestione,servizi e ambiente).
E’  paradossale che non venga richiesta subito una restituzione graduale degli profitti alla comunità in un settore che ha oramai ammortizzato i costi di investimento, ridotto i costi del personale del 10% annuo con l’automatizzazione, incrementato i veicoli trasportati in una rete sempre più congestionata ed aumentato da sempre i pedaggi oltre i tassi d’inflazione godendo di una specie di scala mobile tariffaria cancellata da tempo ai lavoratori dipendenti e ai pensionati.
Il rinvio dello scorporo di RFI dal gruppo FS (che quindi continuerà a gestire reti e treni allo stesso tempo) impedirà una consistente riduzione dei costi che oggi si confondono tra sussidi incrociati e mascherati, assieme alle responsabilità gestionali in un unico inefficiente calderone. Inoltre impedirà a nuovi operatori ferroviari  un completo ingresso sul mercato delle merci (oggi parziale e assoggettato a mille vincoli)  e rinvia totalmente quello del trasporto dei pendolari. Senza questa innovativa riforma ferroviaria i costi pubblici (già fuori controllo), nuove imprese non nasceranno e aumenterà la monomodalità stradale con danni ambientali ancora più evidenti e sempre più tir ed automobili sulle strade.
Dario Balotta
Presidente Onlit 
Milano  23 gennaio 2012

sabato 14 gennaio 2012

Liberalizzazioni: bene Governo su scorporo Rfi

Milano, 13 gen. (Adnkronos) - E' difficile affermare che l'attuale assetto del gruppo Fs "stia portando brillanti risultati. Per questo bene ha fatto il governo Monti ha mettere in agenda lo scorporo di Rfi da Trenitalia". Lo afferma Dario Balotta, Presidente dell'Osservatorio Nazionale delle Liberalizzazioni nelle Infrastrutture e Trasporti (Onlit), in una nota.
Secondo Balotta "la precaria situazione patrimoniale del gruppo Fs non si risana mantenendo nello stesso calderone Rfi, Trenitalia e Fs Logistica. Senza smantellare la holding del gruppo Fs, separando le competenze e i destini di Rfi da quelli di Trenitalia, non si assicurerebbe quella terzieta' del gestore della rete necessaria per evitare barriere all'ingresso alle compagnie ferroviarie che vogliono entrare nel mercato italiano e che lo farebbero senza i lauti sussidi di cui beneficia Trenitalia".
"Per assicurare la crescita delle ferrovie e del comparto dei trasporti - prosegue Balotta - serve una nuova imprenditorialita' e condizioni concorrenziali che attualmente non sono assicurate dai monopoli esistenti".
Secondo Balotta, "i trasferimenti pubblici sono sempre eccessivi ed ammontano a 6 mld anno, non bastano ad assicurare i collegamenti del sud ed i risultati sono sempre piu' deludenti, anche sotto il profilo occupazionale. Il trasporto merci e' da anni in caduta libera (nettamente sotto l media europea) mentre le ferrovie italiane sono le uniche che hanno un saldo negativo nei passeggeri trasportati".
"Infatti negli ultimi 5 anni - continua Balotta - nonostante l'attivazione di mille km di alta velocita' il traffico passeggeri (Tav e tradizionale) e' ancora diminuito del 3%. Al contrario della Francia che nello stesso periodo e' cresciuta del 23%, la Spagna del 14% e la Gran Bretagna, senza neppure un km di Alta Velocita', e' salita del 37%".
Per Balotta "dopo l'abbandono dei treni letto da parte di Trenitalia, un altro gestore della rete, autonomo dal gruppo Fs, si sarebbe preoccupato di proporre l'utilizzo ad altre compagnie ferroviarie delle centinaia di tracce notturne lasciate libere, per non avere una ulteriore sottoutilizzazione della sempre piu' abbandonata rete tradizionale. Mentre invece il contesto monopolista sta permettendo di licenziare gli addetti ai treni letto, che hanno un contratto piu' flessibile e meno costoso di quello dei ferrovieri".