venerdì 16 settembre 2011

Onlit: «No al Ponte sullo Stretto e alla Tav»

Fonte :http://www.lettera43.it/attualita/23438/onlit-non-al-ponte-sullo-stretto-e-alla-tav.htm
Osservatorio infrastrutture: «Costi troppo alti per pochi benefici».
Il ponte sullo Stretto, il traforo in Val di Susa e il terzo valico Milano-Genova, non 's'ha da fare'. Parola dell'Ossevatorio nazionale sulle liberalizzazioni nelle infrastrutture e nei trasporti (Onlit). «Il ponte sullo Stretto, il traforo della Val Susa e il terzo valico Milano-Genova vanno cancellati in quanto non in grado di reggere a una seria analisi della domanda e di comparazione tra costi e benefici, mentre la realizzazione del nuovo traforo del Brennero trova la sua ragione nel sostenuto traffico di merci in treno attuale e futuro».
«DA RIVEDERE IL PROGRAMMA DELLE GRANDI OPERE». In una nota a commento della manovra correttiva del governo secondo Dario Balotta, presidente dell'Osservatorio, «la manovra del Governo, per convincere i mercati e la Bce, non può far perno solo sulla spesa corrente, ma deve segnare una svolta nelle inefficienti politiche di investimento. I soldi pubblici devono essere investiti dove c'è un ritorno in termini di rendimento economico e sociale e in primo luogo va rivisto il programma delle grandi opere».
UN PRESTISTO DA 750 MILIONI PER LA BREBEMI. «Va anche ripensato il modello nostrano di project financing» ha aggiunto il presidente Onlit «sotto la cui etichetta si mascherano nuovi interventi pubblici con finalità assistenziali, che portano fuori controllo anche la spesa in conto capitale attraverso il Cipe e la Cassa depositi Prestiti». A titolo di esempio Balotta ha citato «i lavori della privatissima BreBeMi (l'autostrada Brescia, Bergamo, Milano, ndr), i quali sono partiti grazie ad un prestito fuori mercato di 750 milioni della Cdp, agli anticipi di 175 milioni delle Fs e con un capitale di rischio irrisorio del 20%».
Infine il presidente dell'Osservatorio ha chiesto che «si faccia una seria authority dei trasporti in grado di regolare i monopoli pubblici e privati, che hanno enormi profitti ma canoni concessori pagati allo Stato irrisori. Le garanzie finanziarie pubbliche portano a costi di costruzione di ferrovie e autostrade tripli ed a tempi di realizzazione quadrupli rispetto a quelli europei. È bene che il governo e il Parlamento si sveglino, prima che lo chieda l'Unione Europea».
Martedì, 16 Agosto 2011

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